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KOLKATA: Italian Wave- una rassegna di video-art a cura di FRANCESCA FINI

Francesca Fini è un artista interdisciplinare. Lavora principalmente con i nuovi media, il cinema sperimentale e l’arte performativa. Roma è la sua città. Il focus del suo lavoro è sempre il corpo e la sua forza narrativa, ma inserita in una sorta di esuberante “mix multimediale” in cui pezzi di video arte si mischiano con audio generativo, tecnologie lo-fi e dispositivi di design interattivo fatti in casa, maschere artigianali, bizzarri costumi e oggetti della scena femminista e punk saltar fuori ovunque.

NOTE DEL CURATORE

“Il mio lavoro di videoartista mi ha permesso di conoscere nel corso degli anni, attraverso festival e mostre – in Italia ma soprattutto all’estero – molti artisti italiani con i quali condivido materiali, suggerimenti, metodi e destini. Nomi ricorrenti che spesso trovo vicino al mio in cataloghi di esposizioni, eventi di Facebook e comunicati stampa. Persone che incontro per la prima volta – come è successo anche troppo spesso – dall’altra parte del mondo. Poi sorrido e sento un senso di familiarità e di rispetto: ecco qualcuno come me che svolge il suo lavoro con assoluta ostinazione, spesso contro tutti e tutto.

I video che ho scelto per questa selezione italiana nel Momentum Festival di Kolkata sono le opere dei più interessanti artisti italiani che ho conosciuto nel corso degli anni. Questi video dicono – con diverse lingue che vanno dalla video performance all’animazione 3d – i modi infiniti possibili per vivere in questo mondo malconcio, per rinegoziare il nostro rapporto con gli altri, con il nostro corpo, con il paesaggio, con quel senso di solitudine e di separazione che spesso deriva dalla costante interrogazione che si condivide nell’arte.”

Programma Italian Wave in ordine di apparizione – Una selezione di opere video provenienti dall’Italia

 

Francesca Romana Pinzari / Io non sono superstiziosa

Una sposa solitaria cammina attraverso una chiesa vuota. Nessuno sta camminando con lei e nessuno la sta aspettando. Il pavimento è fatto di specchi che si rompono sotto i suoi tacchi. L’Italia è un paese molto superstizioso, azioni come rompere specchi o vestirsi da sposa in un giorno che non siano le nozze porta sfortuna. La sposa solitaria cammina sulle tradizioni e le superstizioni e le spezza sotto le scarpe, facendo ciò distrugge la propria identità rompendo la propria immagine nello specchio.

Elisabetta Di Sopra / Legami

Un cuore diventa luogo simbolico delle emozioni. Trapassato da un filo rosso rappresenta tutti i legàmi che imbastiamo con le persone che amiamo. Ogni volta è un attentato al cuore; l’amore è inscindibile dalla sofferenza e, la condizione umana di essere vulnerabili, ci impedisce di separarli.

Eleonora Manca / Metamorfosi inversa

La suggestione data dalla medusa Turritopsis dohrnii, potenzialmente immortale (per lei si parla di “metamorfosi inversa” poiché è in grado di regredire sino allo stadio di anemone di mare, rivivendo a ritroso gli stadi della propria metamorfosi, per poi svilupparsi nuovamente in medusa) è qui scelta per sottolineare il ciclo vitale d’ogni essere. Al contempo appoggia una specie di “nostalgia” per ciò che stavamo per incontrare nel nostro “viaggio”. Un cammino di metamorfosi, dunque, nell’intimo dell’energia di ciò che stavamo per “essere”.

Alessandro Amaducci / Io sono il tuo database

Abbiamo una vita sola. Nel videogioco dell’esistenza inizia la battaglia finale, e il vincitore è già designato. Database di vita, database di morte.

Igor Imhoff / Kurgan

In lingua russa la parola ‘kurgan significa tomba. E infatti qui regna la sensazione come di una lapide in una scena deliberatamente iper-realistica, realizzata con la tecnica del 3D. In questo contesto si materializzano i personaggi, i fantasmi, o piuttosto simulacra, che si oppongono immediatamente in una lotta fino all’ultima particella.

Gianluca Abbate / Panorama

Panorama è il primo capitolo di una trilogia sulla città. Una città che si estende in uno spazio globale infinito, senza più luoghi disabitati e frontiere dove trovare riparo, prosecuzione del concetto di polis divenuto però contemporaneo. In questo paesaggio non si scorge nessun percorso di riammissione per chi ne sia stato escluso, risvegliando mondi immaginari alla ricerca di un equilibrio.

Debora Vrizzi / Frame Line

Frame line è lo spazio tra un fotogramma e un altro, è la linea che divide i sentimenti dalla ragione, è lo spazio vuoto e immobile, che pare essere l’attesa. Penelope attende Ulisse. Lei tesse i suoi capelli come una ragnatela, cercando la seduzione; Il vento, che l’avvolge in aria sembra proseguire anche nell’acqua muovendo la gonna in una sorta di danza

Chiara Mu / Decresce (Diminuisci)

Lavorando intorno al concetto di decrescita, come espresso dall’economista S. Latouche, ho cercato di considerare quanto sia fruttuoso investire il nostro tempo nello stato onirico, anziché spingersi reciprocamente nell’ineluttabili ruote della super produzione, come ce lo chiede oggi vergognosamente il sistema capitalistico dominante