Italian Design Day – 02 Marzo 2017
Il design in Italia permea i campi della cultura, dell’arte, della filosofia al punto tale da costituire una parte organizzata della società; la sua modernità si fonda sulla concretezza dell’artigianato tradizionale e su uno spregiudicato spirito di sperimentazione, cosicché le creazioni evidenziano lo stile personale del designer. Inoltre, grazie alla concezione che la bellezza del disegno debba applicarsi ai prodotti di consumo di massa, l’arte e il design possono coesistere e prosperare con beneficio reciproco.
La nascita di una cultura del design in Italia è riconducibile al talento straordinario di Leonardo da Vinci nel periodo del Rinascimento e arriva fino all’influenza reciprocamente esercitata dalle moderne correnti artistiche e dalle scuole di design, che hanno permesso al disegno industriale contemporaneo di seguire percorsi ricchi e diversificati. In particolare, dal secondo dopoguerra in poi il design italiano si è sviluppato rapidamente per assecondare la crescita economica del Paese e ha inaugurato un percorso di ricerca di nuova concezione: guidando la produzione industriale, il design in Italia ha dato forma a obiettivi di sviluppo del tutto peculiari e, in seguito, in ogni periodo ha prodotto risultati diversi e caratteristiche nazionali distintive.
Popoli tanto diversi e lontani dall’Italia hanno sviluppato una straordinaria attrazione per il nostro stile di vita. Questo dipende in larga misura proprio dalla percezione dei valori estetici e tecnologici che qualificano il nostro quotidiano e determinano l’integrazione dell’arte nell’utile.
L’influenza del design italiano sul costume è peraltro collegata al continuo rinnovamento dei temi e degli schemi che la creatività degli autori e lo stimolo dei committenti alimenta di continuo, mantenendo uno stile distintivo al quale contribuiscono oggi anche architetti e designer non italiani.
La fusione delle culture che si produce nella fucina del nostro paese è un esempio positivo di globalizzazione che favorisce non soltanto I processi produttivi, ma anche il dialogo tra i popoli. Così certe idee e certi usi si diffondono a qualsiasi latitudine creando una sorta di linguaggio universale nel quale si possono declinare tante storie del mondo: storie di tutti i gironi e di tutte le genti accumunate da bisogni banali che rendono necessarie le lampade e le seggiole, le pentole e le biciclette.
La scoperta del fascino che questi oggetti ordinari posso portare nella nostra vita è stata la grande intuizione del design italiano.
Ospite del design day a New Delhi : l’Arch. Marco Ferreri
Marco Ferreri è nato il 26 febbraio 1958 a Imperia e si è laureato in architettura nel 1981 al Politecnico di Milano, città dove lavora.
Ha lavorato con Marco Zanuso, Angelo Mangiarotti e Bruno Munari.
La sua ricerca progettuale spazia dal disegno industriale alla grafica, dall’architettura all’allestimento.
Suoi oggetti hanno ricevuto riconoscimenti e sono raccolti in importanti collezioni di design, “Permanent Design Collection” del Museo d’Arte Moderna di New York, la collezione permanente di design dell’Israel Museum di Gerusalemme, la Collezione del Fondo Nazionale d’Arte Contemporanea di Parigi e in importanti collezioni private.
Il suo lavoro è stato presente alla IX Biennale di Architettura di Venezia e alla I Biennale Internazionale di Architettura di Beijing in Cina. Nel 2010 la Triennale di Milano gli ha dedicato una grande mostra monografica dal titolo “Marco Ferreri_progettarepensieri”.
Ha tenuto lezioni in importanti università italiane e straniere e insegnato al Politecnico di Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, alla Libera Università di Bolzano e all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
Dal 2011 al 2013 è stato direttore del biennio specialistico in Product Design della Naba.